Trattamento e prevenzione dei morsi di serpenti velenosi in un’area rurale del Benin del nord
Le 600 specie de serpenti velenosi esistenti causano nel mondo quasi un milione di decessi e gravi menomazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato questa realtà come una delle grandi emergenze dell’umanità. Solo in Africa i morti e i soggetti con amputazioni per avvelenamento sono stimati, sicuramente in difetto, in circa 100.000 casi/anno. Nell’area rurale di Bassila nel Benin del nord, una delle più povere del paese, il morso di serpenti velenosi (specie di una vipera locale assai venefica che vive in habitat contigui all’uomo) è un evento frequente tra i bambini e gli agricoltori che lavorano scalzi e privi di protezioni nei campi strappati alla savana.
In quest’area l’Associazione ha iniziato un intervento triennale basato 1) sulla copertura dei costi (non sostenibili dai locali) del trattamento dei soggetti avvelenati, che avviene nell’Ospedale di Bassila, con cui si è stipulata una convenzione 2) su di una campagna d’informazione sui comportamenti pericolosi fatta da esperti locali nelle scuole e nei villaggi con l’accordo delle autorità locali e dei capi tribù e 3) sulla distribuzione agli agricoltori di stivali a protezione di piedi e gambe, punto più frequente dell’attacco dei serpenti. Il progetto, durato 3 anni, ha mostrato risultati fortemente positivi sia perché non si è verificato alcun decesso, in quanto tutti i soggetti avvelenati sono stati trattati grazie alla gratuità dell’intervento, sia perché si è registrato un calo di oltre il 90% dei nuovi casi nuovi nei villaggi in cui sono stati distribuiti gli stivali e si è fatta informazione, a dimostrazione della fattibilità ed efficacia del progetto di prevenzione. A termine, sulla base delle nostre risorse sono stati distribuiti 6000 stivali in un’area grande quanto 1/5 della Basilicata. Tuttavia, il fabbisogno stimato dalle autorità locali, considerando almeno un paio per nucleo familiare (gli stivali sono usati con entusiasmo e a “rotazione” dai contadini) è molto più ampio. Sarebbe importante riuscire a continuare ed estendere l’esperienza, almeno per quanto riguarda la distribuzione degli stivali, sia per il risparmio di vite umane sia per le potenziali ricadute positive sulla produttività agricola e le capacità di reddito di quelle popolazioni. La nostra speranza, data la consistenza delle risorse da impegnare, è quella di riuscire ad ottenere finanziamenti ad hoc coinvolgendo nel progetto Istituzioni benefiche.
l’Orfanatrofio “Exodus house” di Tori
Il Dispensario di Moramanga